Danimarca (Doppio sogno)

Uno dei rari brani in chiave rock di Patrick Edera, liberamente ispirato all’ultimo film di Kubrick “Eyes wide Shut”.Il film è una libera trasposizione cinematografica del romanzo “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler.

 

Sequenza immagini realizzata da me

 

“DOPPIO SOGNO” DI A. SCHNITZLER:

  Questo piccolo capolavoro narra del rapporto complesso tra un medico e sua moglie. Sono una coppia giovane e felice, però al ritorno da una festa in maschera iniziano a raccontarsi l’un l’altra fantasie e segreti, che prima di allora avevano tenuto per sé. All’inizio viene descritta una scena, simbolo di un’ atmosfera borghese e rassicurante: la loro figlia piccola, a cui viene letta una fiaba dai genitori, viene poi messa a letto dalla governante. Ma il giovane medico Fridolin deve uscire quella sera per recarsi da un paziente, che versa in gravi condizioni. Una volta giunto a destinazione trova l’uomo già morto e viene sedotto dalla figlia del defunto davanti alla salma. Dovrebbe tornare a casa, ma finisce per vagare tutta la notte. Si fa sedurre da una passeggiatrice, che lo porta nella sua casa, ma con cui non conclude niente. Entra in un caffè notturno e qui incontra un suo vecchio compagno di università, che ora fa il pianista. Quest’ultimo gli racconta che quella stessa notte dovrà suonare ad una festa da ballo con gli occhi bendati, anzi riesce a guardare “nello specchio attraverso il fazzoletto di seta nera che mi copre gli occhi”. Non conosce i partecipanti della festa mascherata, né il proprietario. Fridolin rimane affascinato dalla strana storia ed esprime il desiderio di voler entrare nella villa dei misteri. Il pianista gli risponde che deve procurarsi un saio scuro ed una mascherina nera. Il medico allora si reca dal mascheraio, dove ha modo di imbattersi nella piccola Pierette, forse una pazza, che viene sorpresa con due signori nel negozio.
Fridolin riesce ad entrare nella villa, ma viene smascherato. Sapeva la parola d’ingresso, ma non la parola d’ordine della casa. L’attende una punizione estremamente severa, forse dovrà pagare con la vita stessa, ma una donna lo riscatta e si dichiara di tutti. Successivamente scopre che la donna che si è sacrificata per lui ha pagato con la vita. Nonostante il medico viva queste esperienze al limite da solo, va detto che nelle donne che incontra ricerca sempre ossessivamente la moglie.
Questo romanzo breve è stato reso famoso dalla trasposizione cinematografica di Kubrick dal titolo “Eyes wide shut”. Il film però non è totalmente fedele al libro. Kubrick infatti ambienta la vicenda nella New York dei nostri giorni, mentre invece nell’opera originale ci imbattiamo nella Vienna di fine secolo. L’alta società di Vienna in quel periodo si dedicava all’edonismo sfrenato con frequenti feste di ballo, perché non voleva affrontare direttamente i grandi cambiamenti culturali, sociali e politici di quell’epoca di transizione. Schnitzler prende spunto da questo atteggiamento mentale, assai diffuso al tempo, per indagare sulla natura umana e sui meandri della psiche, riuscendo ad esplorare zone d’ombra che nessun altro scrittore era mai riuscito a cogliere pienamente.

Il tema principale dell’opera è la necessità di guardarsi dentro da parte del protagonista ed il bisogno di conoscere più approfonditamente la consorte. L’interrogativo di fondo è se sia opportuno dirsi tutto tra coniugi, rivelarsi anche le fantasie più inconfessabili o se sia meglio far prevalere il non detto. La scelta cruciale è tra l’incomunicabilità all’interno della coppia e quella che lo psicologo Bergler definiva “la delusione rispetto all’ideale dell’io”. Quest’ultima espressione significa che una persona può subire una ferita nell’animo, constatando lo scarto significativo tra l’idealizzazione del partner e l’effettivo modo di essere della persona amata. Come se non bastasse la rivelazione di fantasie sessuali può far scaturire la gelosia da parte di entrambi. Nell’opera di Schnitzler il protagonista Fridolin, dopo aver ascoltato le fantasie ed i sogni della compagna, subisce uno smacco notevole, sia perché capisce la complessità delle dinamiche del desiderio femminile, sia perché implicitamente ritiene scontato un monopolio sessuale nei confronti della moglie, ritiene di avere un diritto di proprietà su di essa. Lo stesso sentimento di gelosia che prova è difficile da decifrare: è un impasto, una commistione tra desiderio di possesso esclusivo e angoscia per una possibile separazione dal proprio oggetto di amore. Ma quando una coppia inizia un percorso di conoscenza e di autoanalisi così intimo il rischio è che uno dei due scambi le fantasie dell’altra metà per tradimenti effettivamente avvenuti e mascherati sotto forma di desideri mai messi in pratica. Schnitzler è geniale ad evidenziare le contraddizioni insanabili all’interno della coppia.
Questa opera di Schnitzler potrebbe essere interpretata secondo certi criteri freudiani. Ma è altrettanto vero che Schnitzler non fu mai debitore di Freud. Entrambi giunsero alle solite conclusioni, però tramite mezzi diversi: Freud con l’analisi, l’artista con “l’autopercezione”.
Freud nei “Tre saggi sulla teoria sessuale” sostiene che “l’occhio è come il corrispondente di una zona erogena”. Il piacere di guardare non è altro che una pulsione parziale secondo Freud, che può avere come antagonista solo la vergogna ed il pudore. Il protagonista di “Doppio sogno” è preso dal piacere di guardare tutte le donne nude alla festa mascherata, però questo voyeurismo sconfina e si sublima nell’epistemofilia(nel desiderio di conoscere e di indagare la realtà). Il medico Fridolin infatti vuole conoscere i propri recessi psichici, le fantasie erotiche della moglie e vuole sapere chi sono le persone che hanno partecipato alla festa. Non a caso l’ultima parte del libro tratta proprio dell’investigazione privata del medico per smascherare i responsabili di quell’orgia.
Da notare inoltre il conflitto intrapsichico del protagonista maschile tra erotismo e pulsione di morte: da una parte questa forza primaria che dovrebbe unire e legare e dall’altra una tempesta che dissolve le relazioni e distrugge i legami.
Infine un’ultima considerazione: Schnitzler con questo libro sembra volerci dire che fare un’analisi dei desideri all’interno di una coppia non è detto che sia un requisito indispensabile per due sposi, anzi talvolta può rivelarsi controproducente ed inquietante.
Lo stesso Adler, fondatore della Società di psicologia individuale, riteneva che la cooperazione fosse un presupposto fondamentale per il benessere della coppia piuttosto che il soddisfacimento della pulsione sessuale o lo scandagliare i desideri repressi dell’altra metà. Ognuno dei due partner secondo lo psicologo austriaco deve sentirsi parte di un tutto, deve imparare a fare le cose in due, nonostante che la società educhi al lavoro individuale e raramente al lavoro di gruppo, ma mai al lavoro di coppia. I matrimoni infelici nascono quando uno dei due vuole sempre ricevere qualcosa, senza dare niente in cambio. Per Adler quindi il matrimonio è un compito comune. Emblematica a questo riguardo la singolare tradizione in una regione della Germania, che ci narra Adler. Per testare se dei fidanzati possono realizzare un matrimonio felice devono segare insieme un tronco d’albero con una sega con due manici. Per realizzare efficacemente questo lavoro ci vogliono coesione ed affiatamento, infatti se i due non si agiscono in modo sincronico e complementare non concludono niente.
Per Adler quindi è fondamentale la cooperazione, piuttosto che il sesso ed i desideri sessuali. E non è assolutamente detto che ricercare la cooperazione sia più difficile che trovare la fiducia reciproca per svelare le proprie fantasie.

Danimarca (Doppio sogno)ultima modifica: 2008-02-09T14:49:26+01:00da ania_5
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25 pensieri su “Danimarca (Doppio sogno)

  1. Di grande impatto sia la canzone che le immagini.Ottimo lavoro!
    Dovresti dire a Patrick di cimentarsi più spesso con qualche brano più incazzato come questo.
    Il nuovo album di Jhon De Leo è stupendo, avevi ragione.
    I Quintorgo hanno rifatto “The robots” lo sapevi?
    Ricordati che la prox settimana devi venire ad incidere quel brano con me.Lo canti meravigliosamente Stefy, sei sempre piena di sorprese!

  2. “Orchidea bianca” alla fine l’ho intitolato così, ti piace?
    Mi raccomando non ti tirare indietro, la devi cantare tu!;)

  3. Non ho visto il film di Kubrick… so che mi attiro un sacco di “non capisci niente dell’arte!” ma in genere i suoi film non mi fanno impazzire. La canzone non riesco ad ascoltarla da questo pc… lo farò alla prima occasione da un altro computer… Comunque mi è sembrata molto interessante la riflessione che hai fatto sul romanzo di Schnitzler. Incuriosisce e fa venire voglia di leggerlo.

    Buona domenica di sole 🙂

  4. Si Simo me l’ha detto di ieri:-)…simona è una xsona speciale veramente…quindi adesso ci manca che ci vediamo giusto?p.s. nn kiamarmi Leo se no mi metto a piangere:-(

  5. Ciaoooo!!! ma grazie, mi hai fatto un complimento bellissimo!!
    anche io sono stata benissimo, ma sapevo che eri una bella persona, dentro e fuori!!!! :-))
    spero veramente di aver trovato una nuova amica!!!! un bacio

  6. Fantastico….non conoscevo ne il libro, ne il film, ma leggendo la tua recensione, sono rimasta rapita. Deve essere davvero un bel libro, ma come spesso è capitato anche a me, il film poi lo trovo diverso, “meno poetico” meno emozionante…
    La canzone del tuo amico poi, è perfetta colonna sonora per quel film 😉 davvero un bel ritmo.
    Ciao Ania, davvero un bel leggerti e sono stata felice di rivederti da me.
    Io, per svariate vicende legate a persone, mi sono molto disamorata del blog, molto davvero….sono meno presente e meno partecipe.
    Mi auguro che passi, alcune ferite, seppur virtuali fanno molto male.

    Un abbraccio grande e forte.

    Ros

  7. Hai detto bene: ‘libera’. In effetti, il film pare che abbia (senza l’originario consenso del regista) una certa patina scientologista. A vedere il film sembra vero, ma dovrei leggere attentamente il libro per capire meglio. Può essere così?

  8. Molto bella la canzone e ispirato il video (poi amo Kubrick :)!! La voce un po’ biascicata mi ricorda quel pazzo visionario di Alessio Bonomo, che non si sa bene che abbia fatto… ho apprezzato molto, complimenti!

  9. Questa deficiente e’ una vita che per colpa di “alcune persone” (la lista e’ sterminata) si e’ disamorata del blog e poi sta sempra qua.

    Un saluto veloce. Volevo lasciare un commento alla tua recensione ma il solo leggere il nome rosasnna mi fa vomitare…

  10. Spero che i tuoi incubi siano andati. Sognare me… due ossa avvolte in tre grammi di fettina. ahahah un bacio

  11. ciao bellissima!!! come stai???
    perdonami se sono stata un po’ assente ma ho deciso di tuffarmi nello studio per concludere la prima tappa di studi.. e mi mancano altri 3 esami e ho poco tempo da dedicare ai blog…
    ho visto che hai messo altre foto.. quanto sei carina!!
    te che mi racconti?
    baci baci

  12. l’ho letto non molto tempo fa. mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato. ho visto anche il film. idem. sun on you

  13. Non avevo mai ascoltato questa canzone del Nostro…strana, molto rock, lui suona cose più melodiche di solito.Però mi piace molto.Le immagini le vedo proprio molto azzeccate.Bel montaggio.Così il pezzo è molto incisivo.

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